da Staff Podomedica | Nov 13, 2018 | News
Il diabete è una malattia cronica che si verifica quando il pancreas non produce abbastanza insulina o quando il corpo non utilizza in modo efficiente l’insulina prodotta. L’effetto del diabete non controllato è l’iperglicemia (aumento della glicemia).
TIPI DI DIABETE
Esistono tre tipi di diabete:
- Il diabete di tipo 1 (precedentemente chiamato diabete insulino-dipendente o giovanile) è caratterizzato dall’assenza di sintesi di insulina.
- Il diabete di tipo 2 (precedentemente chiamato diabete non insulino-dipendente o ad insorgenza nell’età adulta) ha la sua origine nell’incapacità dell’organismo di usare efficacemente l’insulina, che è spesso il risultato di un eccesso di peso o di inattività fisica.
- Il diabete gestazionale corrisponde a un’iperglicemia rilevata per la prima volta durante la gravidanza.
INCIDENZA
Il diabete è una malattia con un’incidenza pari al 5% della popolazione mondiale, con una tendenza ad aumentare costantemente, il che ci porta a capire la sua importanza sociale.
La comparsa di nuovi casi ogni anno si verifica principalmente a causa di due fattori:
- L’aumento dell’incidenza dell’obesità e dello stile di vita sedentario.
- La crescita della popolazione e la longevità dei paesi industrializzati.
COMPLICAZIONI DEL DIABETE
L’iperglicemia nel tempo può causare neuropatie (danni ai nervi) e vascolopatie (danni ai vasi sanguigni).
Diabete e il corpo umano
Le complicanze vascolari del diabete mellito rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità tra la popolazione diabetica in quanto riducono l’aspettativa di vita e aumentano il rischio di soffrire di malattie cardio e cerebrovascolari. Sono anche responsabili di altri tipi di malattie derivate dal diabete, come la cecità dovuta a retinopatia, insufficienza renale, insufficienza epatica o piede diabetico.
PIEDINO DIABETICO
L’importanza del piede diabetico è data dal suo coinvolgimento, si presentano infatti problemi nel 15% dei diabetici.
Le cause: le cause delle lesioni del piede diabetico sono la neuropatia periferica (coinvolgimento dei nervi) e le malattie vascolari (mancanza di afflusso di sangue).
La neuropatia periferica causa la richiesta di sensibilità del piede, che può innescare la comparsa di lesioni con assenza di dolore (perdita della funzione protettiva di vigilanza del dolore). Atrofia muscolare, la perdita della funzione muscolare, porta a deformazioni che possono causare punti di iperpressione o aree maggiormente esposte a episodi di sfregamento, oltre che ad aumentare la secchezza della pelle e di lacerazioni.
La vascolopatia inibisce l’afflusso sufficiente di ossigeno e di sostanze nutritive al piede, di conseguenza le lesioni causate sono molto più lunghe da guarire ed aumenta il rischio di complicanze.
Il fattore aggravante principale nel piede diabetico è l’infezione, poiché nei diabetici il sistema immunitario è depresso. L’infezione interviene molto negativamente sulle lesioni del piede.
Il podologo è, quindi, una figura di primo piano nella prevenzione e nel trattamento del piede diabetico.
Cosa fa il Podologo durante la prima visita :
• Anamnesi del paziente per ottenere alcune informazioni che possono risultare utili alla definizione della diagnosi: pregressa ulcera/amputazione, durata del diabete, condizione abitativa, malattie dei parenti prossimi, precedenti interventi chirurgici;
• Ispezione del piede per rilevare la presenza di sintomi che possono far pensare a complicanze (arrossamenti, ferite aperte, tagli, vesciche);
• Ricerca dei riflessi per cercare lo stimolo al fine di sondare il rischio di insensibilità e quindi alto rischio di ulcerazione;
• Valutazione della sensibilità tattile del piede;
• Valutazione della sensibilità vibratoria: applica un biotesiometro sul malleolo e sul I° dito del paziente o utilizza un diapason;
• Medicazione di ulcere podaliche;
• Realizzazione di ortesi plantari su misura e supporto all’acquisto di calzature adeguate, per ridurre i picchi di pressione a livello della superficie plantare e dorsale del piede;
• Educazione sanitaria: fornisce le linee guida per l’igiene e la pulizia del piede, fondamentale per la prevenzione.
L’assistenza podologica è fondamentale soprattutto quando si è già verificata un’amputazione anche minima, per scongiurare una recidiva.
Quando fanno la loro sintomi come ridotta sensibilità, formicolii, arrossamenti, freddo o caldo eccessivi, lesioni che fanno fatica a rimarginarsi, è sempre consigliabile prenotare tempestivamente una visita dal podologo.
A cura dello staff PODOMEDICA ALIPOD CLINIC
da Staff Podomedica | Giu 25, 2018 | News
La Sesamoidite: sintomi, cause e trattamento di questa fastidiosa patologia.
La sesamoidite, è un quadro clinico che racchiude l’infiammazione delle ossa sesamoidi del piede e delle strutture che li avvolgono.Il dolore si manifesta sotto l’alluce durante il carico soprattutto nella parte finale del passo, o durante quelle attività sportive che richiedono grandi sollecitazioni nella parte avampodalica. Per questa ragione spesso si crea una postura antalgica scorretta che pone il piede in supinazione ovvero caricando il peso nella parte esterna del piede, evitando in questo modo il carico sotto la zona dolorante.
Le ossa Sesamoidi sono due piccole ossicini che si trovano al di sotto dell’alluce avvolti dei tendini flessori che permettono di stabilizzare il metatarso facilitando in questo modo la propulsione e l’impulso del passo. Agiscono come piccole puleggie e forniscono una superficie su cui i tendini flessori fanno leva aumentando la loro capacità di trasmettere la forza dei muscoli, assumendo un’importanza cruciale nella stazione eretta, nella deambulazione, e particolarmente nella fase di spinta.
La Sesamoidite :
La Sesamoidite, patologia che risulta comune tra ballerini, runners, tennisti, ciclisti ed altri atleti, in quanto questi mettono nella loro attività molta pressione sulla parte anteriore del piede. Non bisogna confonderla con una frattura del sesamoide ( dove si osserva una rottura dovuta ad un trauma importante della struttura anatomica in questione) o un sesamoide bipartito ( quella caratteristica congenita che presentano alcuni individui dove si vedono presenti 3 ossa sesamoidi invece di due, uno di dimensione normale e gli altri due di dimensioni ridotte) .
Le cause della sesamoidite, possono essere diverse :
- Traumi diretti sulle ossa sesamoidi, per esempio urtando con il piede su una pietra mentre cammini o corri a piedi scalzi.
- Traumi causati da movimenti ripetitivi che coinvolgono l’alluce. ( es. saltare atterrando con violenza sui talloni; ballare senza scarpe o con calzature con suole molto sottili; camminare o rimanere in piedi per molte ore su tacchi alti. o semplicemente un gesto sportivo ripetitivo su un terreno duro o con una calzatura non idonea )
- Frattura da stress, o da una condizione chiamata osteonecrosi.
Come si cura la Sesamoidite ?
Inizialmente, viene consigliato di tenere il piede a riposo, utilizzando ghiaccio protetto da un panno sulla zona interessata per non più di 25 minuti consecutivi ed utilizzando creme antiinfiammatorie due volte al giorno ( attenzione che sia davvero una sesamoidite e non una frattura, in quanto in questo caso il trattamento è differente).Si consiglia di recarsi da un podologo/ podoiatra che potrà progettarvi un ortesi plantare specializzata detti podortotici ( dispositivo medico realizzato a mano su calco del piede ).Mentre nei casi di sofferenza cronica il trattamento è un po più complesso in quanto può essere necessario combinare anche con una terapia farmacologica infiltrativa che stimola la rigenerazione delle fibre tendinee e riduce l’infiammazione.
Il trattamento è quindi, generalmente conservativo, ma nei casi di fallimento di quest’ultimo va comunque preso in considerazione un approccio chirurgico. Ma non preoccupatevi, nella maggior parte dei casi se la diagnosi e la causa che lo producono è stata correttamente identificata non sarà necessario finire “sotto i ferri”!
Bibliografia:
1. Yammine K. The sesamoids of the feet in humans: a systematic review and meta-analysis. Anat Sci Int. 2015 Jun;90(3):144-60. doi: 10.1007/s12565-014-0239-9. Epub 2014 May 7. Review. PubMed PMID: 24801385.
2.Aseyo D, Nathan H (1984) Hallux sesamoid bones. Anatomical observations with special reference to osteoarthritis and hallux valgus. Int Orthop 8:67–73
3.Dobas DC, Silvers MD (1977) The frequency of partite sesamoids of the first metatarsophalangeal joint. J Am Podiatry Assoc 67(12):880–882
4.Trolle D (1948) Accessory bones of the human foot: a radiological, histoembryological, comparative anatomical and genetic study. Musksgaard, Copenhagen, pp 20–53
da Staff Podomedica | Set 6, 2017 | News
LE SCARPE PER I BAMBINI I CONSIGLI DEL PODOLOGO PODOIATRA
A cura dello staff Podomedica Alipod Foot Clinic
I primi passi sono importanti e la scelta del modello giusto è fondamentale per il corretto sviluppo del piede.
Il piede è un meraviglioso congegno biologico che offre stabilità ed equilibrio a tutto il corpo e consente un’infinità di movimenti: camminare, correre, saltare. Non è eccessivo affermare che il benessere dell’organismo inizia dal piede. Dal punto di vista strutturale un piede sano deve avere un appoggio plantare idoneo a distribuire il peso in modo omogeneo. Le dita devono essere ben distese e parallele tra loro e non ripiegate verso l’alto o deviate dal loro asse.
Le malposizioni dei piedi si trasmettono su tutto il corpo.
Attraverso le ossa, i muscoli, i nervi e la circolazione le tensioni e i carichi sbagliati dei piedi provocano dei disturbi e sovraccarichi che con gli anni danneggiano le articolazioni particolarmente sensibili, come le ginocchia, e si manifestano in tensioni croniche dei muscoli della schiena fino alla cervicale con mal di testa. L’esperienza in questo campo indica una grande importanza della scelta delle scarpe.
Nei primi mesi di vita il piede del bambino è solo parzialmente ossificato ed è esposto a tutte le costrizioni, anche quelle più leggere, come le posizioni che il bambino assume durante il sonno. E’ quindi bene lasciare il piede il più libero possibile, riducendo al minimo l’uso di calze e di scarpe, che in ogni caso non debbono mai essere costrittive.
Ad 1 anno il piede misura già 12 cm. e si trova nella fase di maggiore spinta di crescita. E’ questa l’età in cui il bambino inizia solitamente a camminare. In questa fase occorre far indossare al bambino una scarpa più strutturata che lo aiuti ad acquisire equilibrio e gli dia maggiore sicurezza.
La calzata è un elemento essenziale per ottenere il giusto comfort da una scarpa. Una scarpa troppo grande non supporta sufficientemente il piede, mentre una troppo piccola ne ostacola la crescita.
Quando il bimbo gattona
Tra gli otto e i dodici mesi, il bambino scopre che può spostarsi carponi, coordinando i movimenti delle braccia e delle gambe. A questo punto dello sviluppo, i suoi piedi sono totalmente piatti: sarà proprio l’esercizio del camminare che lentamente formerà la “volta” plantare. Perciò è importante non forzare in alcun modo questo processo. Il bambino deve avere la possibilità di muoversi gattoni in piena libertà e, per quanto possibile, anche a piedi nudi.
Quando la scarpina è necessaria, deve essere una scarpa adatta, disegnata cioè in modo particolare. La scarpa per gattonare, morbidissima ed elastica, non deve irrigidire il piede nella posizione della camminata, ma facilitarne la posizione “gattoni”, con l’appoggio del piede praticamente sulla tomaia anziché sulla suola.
Deve anche consentire al bambino i primi tentativi in piedi e i primi passi, senza squilibrarlo e senza appesantirlo. Per questo la suola deve essere di vero cuoio molto flessibile con tasselli antiscivolo, per aiutare il bambino a trovare il giusto equilibrio nel momento in cui tenta i primi passi. Il prolungamento posteriore della suola, serve a proteggere dagli urti e assicura una maggiore stabilità.
Quando muove i primi passi
Quando nell’esercizio del gattonare è diventato sufficientemente abile, in tempi brevissimi il bambino comincerà a sperimentare il movimento in verticale e ben presto muoverà i primi passi.
I piedi iniziano a formare la “volta”: l’arco del piede si forma proprio grazie al peso del corpo e al lavoro che la muscolatura della pianta del piede deve compiere per rispondere a tutte le sollecitazioni. Più i piedi lavorano, più si formano gli archi: meno i piedi vengono fatti funzionare, più restano piatti.
E’ dunque importante che il bambino sgambetti liberamente (anche a piedi nudi, quando possibile). Quando le scarpe diventano necessarie, è indispensabile scegliere bene, perché solo una scarpina studiata correttamente può garantire la libertà di movimento alle articolazioni della muscolatura della pianta del piede.
Le scarpine per i primi passi devono essere morbide, ben disegnate, comode, con suole elastiche e traspiranti: non devono “ingessare” il piede, ma proteggerlo dagli elementi esterni conservandogli ogni possibilità di movimento e di sollecitazione.
La giusta proporzione tra tacco e suola, aiuta il bambino a tenere una corretta posizione e lo facilita nei primi passi. La suola di vero cuoio molto flessibile con tasselli antiscivolo, aiuta il bambino a mantenere il giusto equilibrio quando cammina.
Come si scelgono le scarpe per i bambini?
La prima scarpina deve garantire stabilità ai passi del piccino. La calzatura ideale deve essere comoda, leggera, con la suola non scivolosa e flessibile. Non deve essere costrittiva ma avere una forma ampia per permettere al piedino di muoversi liberamente ed evitare così deformazioni del piede e delle dita. Deve essere realizzata con pellami morbidi sia nella parte superiore che in quella inferiore.
La parte anteriore deve essere flessibile, in modo che la semplice pressione della mano sia sufficiente a piegarla a 90°, mentre nella parte posteriore è utile un robusto contrafforte che stabilizzi il calcagno e prevenga il rischio di torsioni laterali.
L’altezza non deve oltrepassare i malleoli per consentire la libera articolazione della caviglia.
In nessun caso la scarpa deve avere incorporato alcun tipo di “plantare correttivo”: solo il medico potrà riscontrare eventuali malformazioni e prescrivere le dovute correzioni.
Per quanto riguarda la misura bisogna tener presente che le dita devono avere davanti uno spazio di almeno 5-6 mm per potersi muovere liberamente. Dato che i piedi dei bambini crescono ad una velocità molto elevata è consigliabile controllare frequentemente che le dita non vadano a toccare in punta, premendo leggermente contro la punta della scarpa.
Alcuni consigli pratici
• Il momento più opportuno per acquistare le scarpe è nel pomeriggio quando il piede è più gonfio.
• Non si devono comprare mai scarpe troppo grandi, pensando che durino più a lungo.
• Controllate l’andatura del bambino verificando deviazioni del ginocchio dall’asse longitudinale e segnalate al pediatra eventuali anomalie.
• Verso i 3-4 anni di età effettuate una visita ortopedica e podologica completa.
• E’ sconsigliabile passare ad un bambino le scarpe del fratello maggiore: non esistono piedi identici e la deformazione della scarpa è assolutamente personale.
da Staff Podomedica | Ago 4, 2017 | News
Il benessere viene… dai piedi !
Da un intervista al Dr Prof Luca Avagnina, a cura di Monica Caiti
Sembrano tutti uguali o quasi, ma non è così. I piedi parlano di noi, della nostra personalità, rivelano il modo di camminare e vivere,le tensioni che affrontiamo ogni giorno. Anche la loro forma cambia. Si chiama ‘greco’ quello con l’alluce più corto del secondo dito, ‘egizio’, se è più lungo, ‘quadro’ se ha il profilo rettangolare o, ancora, a pianta ‘larga’ o ‘allungata’… All’apparenza, la parte del corpo – specie femminile – più in ombra, vezzeggiata solo quando avvolta da sandali preziosi o eleganti décolleté. In realtà, i piedi vantano ormai un ruolo da star.
Per averne conferma, basta navigare in rete. Dove si trova di tutto, di più. Dal ‘Club dei nati scalzi’, gestito dai ‘barefooters’ o gimnopodisti che,dopo aver appeso le scarpe a un chiodo, si presentano a piedi nudiovunque, anche nelle situazioni sociali più convenzionali. Convinti che solo così si può conoscere la terra (letteralmente parlando) nel modo più diretto e veritiero. Alla ‘Galleria dei piedi nudi’ che, attraverso un vasto repertorio di immagini, evidenzia i significati sessuali, erotici, religiosi, simbolici, estetici e di comunicazione… di questa parte del corpo. Poi la fantasia si accende, quando i piedi diventano… famosi: ed ecco i blog, che segnalano siti, forum e riviste virtuali, trasudanti foto e filmati di attrici, cantanti, modelle, tutte rigorosamente scalze: da Sharon Stone a Monica Bellucci, da Claudia Schiffer a Sabrina Ferrilli, da Julia Roberts a Maria Grazia Cucinotta.
Funzionalità innanzitutto
Quelle citate saranno forse curiosità voyeuristiche e stravaganti forme di feticismo. Certo è che sono loro – i piedi – a camminare, correre, saltare, ballare, spesso costretti in scarpe dalle fogge a dir poco azzardate. Loro a sostenere quotidianamente il peso di un corpo in continuo movimento.
Allora è d’obbligo ricorrere al podoiatra, una figura relativamente nuova, specializzata, appunto, nella prevenzione e nella terapia di qualunque patologia che interessa le estremità. Basta una visita di controllo annuale, dai 3 anni in su. «Il piede non è solo un organo di movimento, ma anche di relazione diretta e continua con il mondo esterno, indebitamente costretto, fin dai primi mesi di vita, in una sorta di scafandro… da palombaro. Compito dello specialista è, dunque, salvaguardare e migliorare la sua funzionalità. Anche perchè se la ‘base’ su cui poggia il corpo non è equilibrata e corretta, si rischiano ripercussioni sulla postura generale, con dolori alla schiena, ernie, ginocchia dolenti, tendiniti.
Il primo step è un bilancio complessivo delle condizioni dei piedi, sulla base di precisi parametri morfologici, mediante analisi del passo con pedane a pressione, valutazione del movimento articolare, esami clinici e strumentali e talvolta, elettromiografia. Una volta completate queste indagini preliminari, il podologo può intervenire a tre livelli: cutaneo, osseo e articolare. Con l’obiettivo, nel primo caso, di mantenere elastica e ben idratata la pelle, e risolverne i problemi più comuni, come secchezza, ispessimenti, surriscaldamento, eccesso di sudorazione, affaticamento,infezioni ed infiammazioni. Curando anche gli inestetismi, che possono sfociare in patologie vere e proprie,: ipercheratosi, cheratosi, e discheratosi, duroni, verruche plantari e digitali… Ciò grazie a prodotti mirati, ricchi di principi attivi cheratolitici, emollienti, rinfrescanti, idratanti e antisudore».
La Chirurgia ?
Anche le varie malformazioni delle unghie (incarnite, ipertrofiche, micotiche, deformate e con lesioni) sono di stretta competenza del podologo. Che, in questi casi, interviene correggendone la forma con apparecchi specifici (la cosiddetta ‘ortonixia al titanio’) o piccoli interventi ambulatoriali di onicoplastica. «Dalla pelle e annessi, si passa poi agli strati sottocutanei del piede, comprensivi di muscoli, tendini e legamenti, fino ai livelli più profondi, che riguardano ossa e articolazioni – continua il professor Luca Avagnina -. Anche in questo caso, gli interventi si avvalgono di diverse procedure: da manipolazioni e trattamenti mutuati da varie discipline (massoterapia, kinesiologia, riflessologia, osteopatia) a terapie ortesiche (con l’utilizzo di plantari ad hoc) fino all’impiego di farmaci locali (cerotti, creme, pomate…) o infiltrazioni di sostanze allopatiche od omeopatiche». E in ambito estetico? Come per il viso, le mani, il décolleté e le varie parti del corpo, si può ricorrere a trattamenti di medicina e di chirurgia estetica, per migliorare sgradevoli e fastidiosi inestetismi? «Funzionalità e bellezza dei piedi devono procedere, per quanto possibile, su binari paralleli – conclude il podologo -. Ma sempre guidati dal buon senso. I più comuni sono l’alluce valgo, le dita a martello e la pianta larga o troppo grande. In un organo complesso come il piede, infatti, qualunque correzione può influire sull’intera struttura. Di conseguenza, l’opportunità di un eventuale intervento (con benefici e controindicazioni) va attentamente valutata dal podoiatra insieme al paziente, anche rispetto al dolore e ai disagi avvertiti dal paziente».
L’alluce valgo? Predilige le donne
Alcuni pensano che sia provocato dalle scarpe troppo strette o dai tacchi alti. In realtà, l’alluce valgo – tra i disturbi più frequenti che colpiscono i piedi delle donne specialmente – molto spesso si eredita dai genitori, pur manifestandosi spesso in età matura. È una prominenza più o meno marcata dovuta alla deviazione della prima articolazione dell’alluce verso l’esterno e di quella del dito all’interno. Da qui l’aumento della massa ossea laterale che, per difendersi, si copre di una ‘borsa’ che, infiammandosi, può diventare molto dolorosa. Esteticamente sgradevole, l’alluce valgo determina una distribuzione poco equilibrata del peso del corpo sulla parte anteriore del piede. Preannunciato da sintomi abbastanza caratteristici – arrossamenti, dolori sotto la pianta, insofferenza verso le scarpe e bruciori localizzati – può essere diagnosticato con una semplice visita dal podiatra, completata da un esame radiologico. Per evitare che peggiori, il più delle volte basta adottare scarpe adeguate e plantari personalizzati. E l’intervento chirurgico? Necessario solo quando la deformazione crea un dissesto in tutto il piede ed anche una semplice passeggiata risulta dolorosa.
Irrinunciabili tacchi a spillo
«Una donna, per la salute, può rinunciare a molte cose, smettere di fumare, per esempio. Ma non potrà mai rinunciare a… faticosi e splendidi tacchi alti!». Parola di Natasha Stefanenko. Un’affermazione quanto mai veritiera. Negli Stati Uniti, le vendite dei tacchi oltre i 7 cm, sono aumentate, infatti, dell’20% e quelle dai 4 ai 7 del 12% (dati 2016). In compenso le scarpe piatte calano del 5,1%. Le donne sembrano, dunque, completamente sorde ai continui segnali d’allarme lanciati dagli esperti, secondo i quali l’arco del piede non potrebbe sopportare un tacco oltre gli 11 centimetri. Il rischio è di cadere in avanti! Nemmeno le zeppe – tornate alla ribalta e apparentemente più stabili e meno insidiose – permettono di dormire sonni tranquilli. Secondo i podiatri americani, possono deformare il piede, creare infiammazioni, provocando – specie quelle arcuate – un’andatura innaturale e un equilibrio instabile. Ma, ammesso che qualcuno venga a più miti consigli, quali dovrebbero essere le caratteristiche delle scarpe ideali, capaci di conciliare un look di tendenza con il benessere dei piedi?
Eccole in breve:
* I materiali: pelle e fibre naturali per la tomaia, cuoio per la suola.
* Le solette: confortevoli o in rame, se si vuole eliminare le cariche elettrostatiche.
* I tacchi: non troppo sottili e alti 3-4 centimetri.
* La forma: non c’è dubbio, la più comoda è sicuramente quella con la punta tonda, adatta a ogni tipo di piede.
* Pericolo calli: tendono a formarsi con tacchi alti, scarpe a pianta stretta (fra il 4° e il 5° dito), mentre quelle a punta provocano “l’occhio di pernice”, un tipo di callo particolare dalla forma tonda, bianco e con un punto nero al centro.
da Staff Podomedica | Lug 20, 2017 | News
Salute dei piedi: chi deve preoccuparsi di più?
Dimmi che piedi hai e ti dirò quanto sei in salute.
La relazione tra le nostre estremità e peso corporeo, diabete, circolazione sanguigna sono ormai un fatto certo. Un sondaggio dell’American Podiatric Medical Association ha rilevato che il 53% dei partecipanti accusava dolori ai piedi tanto da perdere in qualità della vita.I piedi, spiegano gli esperti, vanno curati fin da giovani.
Spesso si trascurano alcuni sintomi, ma i piedi poi presenteranno il conto più in là negli anni. Alcune categorie di persone, in particolare, dovrebbero fare ancora più attenzione: i soggetti obesi e in sovrappeso, per esempio, che sovraccaricano eccessivamente gli arti inferiori generando un superlavoro che può essere responsabile di varie forme di infiammazione come fascite plantare, tallonite, dito a martello e calli.
C’è poi la circolazione, altra “croce” per i piedi. Il livello di allarme deve essere alto anche in questo caso e particolare attenzione deve prestarla chi ha i legamenti degli arti inferiori più deboli a causa di traumi o infiammazioni. Tendiniti e artriti sono invece il rischio maggiore per chi ha i “piedi piatti”, a causa della cattiva distribuzione del peso corporeo.
Un discorso a parte meritano le signore: i tacchi a spillo sono una vera spina nel fianco che rischia di provocare calli, ma anche neuromi e il cosiddetto dito a martello. Il consiglio degli esperti americani è quindi quello di “monitorare” i piedi e le malattie a loro collegati per programmare la giusta attività fisica, sempre indispensabile.
Adoperare scarpe adatte alla forma e alla struttura del piede è di aiuto, quasi quanto curare l`igiene delle estremità inferiori, soprattutto se si indossano le calzature per molto tempo o si frequentano piscine o luoghi in cui possono proliferare funghi e batteri.
Altro accorgimento da adottare è la passeggiata serale, da fare con le scarpe basse, che aiuta la digestione, fa diminuire di peso e concilia il sonno. In questo modo i piedi, assicurano i podologi americani, si mantengono più giovani e più a lungo.
Infine, una visita approfondita da un Podologo / Podoiatra, specialista nella cura e nella prevenzione dei piedi è sempre consigliabile.