da Staff Podomedica | Apr 10, 2020 | News
É di oggi la nota dell’apertura un registro di possibili casi di COVID19 dopo aver registrato alcuni casi di malati, principalmente bambini e giovani, che presentavano piccole lesioni dermatologiche ai piedi
Il Consiglio Generale dei Collegi Ufficiali dei Podologi stabilisce così un protocollo d’azione per i suoi 7.500 membri per rilevare questi casi ed evitare allarmismi infondati nella popolazione.
Alcuni casi sono stati osservati in diversi paesi: Italia, Francia, Spagna … È una scoperta curiosa che ha iniziato a diffondersi ieri nel campo sanitario, tra dermatologi e podologi, fondamentalmente: gli stessi sintomi vengono sempre più rilevati nei pazienti con COVID-19, in particolare bambini e adolescenti, anche se alcuni casi sono stati rilevati anche negli adulti. Si tratta di lesioni di colore viola (molto simili a quelle di varicella, morbillo o geloni) che di solito compaiono intorno alle dita dei piedi e che di solito guariscono senza lasciare segni sulla pelle.
Ovviamente, a causa del breve tempo trascorso, le prove scientifiche non possono ancora essere discusse.
Invitiamo però qualora si presentassero queste lesioni sospette a contattare il vostro Podoiatra / podiatra di fiducia.
da Staff Podomedica | Ago 4, 2017 | News
Il benessere viene… dai piedi !
Da un intervista al Dr Prof Luca Avagnina, a cura di Monica Caiti
Sembrano tutti uguali o quasi, ma non è così. I piedi parlano di noi, della nostra personalità, rivelano il modo di camminare e vivere,le tensioni che affrontiamo ogni giorno. Anche la loro forma cambia. Si chiama ‘greco’ quello con l’alluce più corto del secondo dito, ‘egizio’, se è più lungo, ‘quadro’ se ha il profilo rettangolare o, ancora, a pianta ‘larga’ o ‘allungata’… All’apparenza, la parte del corpo – specie femminile – più in ombra, vezzeggiata solo quando avvolta da sandali preziosi o eleganti décolleté. In realtà, i piedi vantano ormai un ruolo da star.
Per averne conferma, basta navigare in rete. Dove si trova di tutto, di più. Dal ‘Club dei nati scalzi’, gestito dai ‘barefooters’ o gimnopodisti che,dopo aver appeso le scarpe a un chiodo, si presentano a piedi nudiovunque, anche nelle situazioni sociali più convenzionali. Convinti che solo così si può conoscere la terra (letteralmente parlando) nel modo più diretto e veritiero. Alla ‘Galleria dei piedi nudi’ che, attraverso un vasto repertorio di immagini, evidenzia i significati sessuali, erotici, religiosi, simbolici, estetici e di comunicazione… di questa parte del corpo. Poi la fantasia si accende, quando i piedi diventano… famosi: ed ecco i blog, che segnalano siti, forum e riviste virtuali, trasudanti foto e filmati di attrici, cantanti, modelle, tutte rigorosamente scalze: da Sharon Stone a Monica Bellucci, da Claudia Schiffer a Sabrina Ferrilli, da Julia Roberts a Maria Grazia Cucinotta.
Funzionalità innanzitutto
Quelle citate saranno forse curiosità voyeuristiche e stravaganti forme di feticismo. Certo è che sono loro – i piedi – a camminare, correre, saltare, ballare, spesso costretti in scarpe dalle fogge a dir poco azzardate. Loro a sostenere quotidianamente il peso di un corpo in continuo movimento.
Allora è d’obbligo ricorrere al podoiatra, una figura relativamente nuova, specializzata, appunto, nella prevenzione e nella terapia di qualunque patologia che interessa le estremità. Basta una visita di controllo annuale, dai 3 anni in su. «Il piede non è solo un organo di movimento, ma anche di relazione diretta e continua con il mondo esterno, indebitamente costretto, fin dai primi mesi di vita, in una sorta di scafandro… da palombaro. Compito dello specialista è, dunque, salvaguardare e migliorare la sua funzionalità. Anche perchè se la ‘base’ su cui poggia il corpo non è equilibrata e corretta, si rischiano ripercussioni sulla postura generale, con dolori alla schiena, ernie, ginocchia dolenti, tendiniti.
Il primo step è un bilancio complessivo delle condizioni dei piedi, sulla base di precisi parametri morfologici, mediante analisi del passo con pedane a pressione, valutazione del movimento articolare, esami clinici e strumentali e talvolta, elettromiografia. Una volta completate queste indagini preliminari, il podologo può intervenire a tre livelli: cutaneo, osseo e articolare. Con l’obiettivo, nel primo caso, di mantenere elastica e ben idratata la pelle, e risolverne i problemi più comuni, come secchezza, ispessimenti, surriscaldamento, eccesso di sudorazione, affaticamento,infezioni ed infiammazioni. Curando anche gli inestetismi, che possono sfociare in patologie vere e proprie,: ipercheratosi, cheratosi, e discheratosi, duroni, verruche plantari e digitali… Ciò grazie a prodotti mirati, ricchi di principi attivi cheratolitici, emollienti, rinfrescanti, idratanti e antisudore».
La Chirurgia ?
Anche le varie malformazioni delle unghie (incarnite, ipertrofiche, micotiche, deformate e con lesioni) sono di stretta competenza del podologo. Che, in questi casi, interviene correggendone la forma con apparecchi specifici (la cosiddetta ‘ortonixia al titanio’) o piccoli interventi ambulatoriali di onicoplastica. «Dalla pelle e annessi, si passa poi agli strati sottocutanei del piede, comprensivi di muscoli, tendini e legamenti, fino ai livelli più profondi, che riguardano ossa e articolazioni – continua il professor Luca Avagnina -. Anche in questo caso, gli interventi si avvalgono di diverse procedure: da manipolazioni e trattamenti mutuati da varie discipline (massoterapia, kinesiologia, riflessologia, osteopatia) a terapie ortesiche (con l’utilizzo di plantari ad hoc) fino all’impiego di farmaci locali (cerotti, creme, pomate…) o infiltrazioni di sostanze allopatiche od omeopatiche». E in ambito estetico? Come per il viso, le mani, il décolleté e le varie parti del corpo, si può ricorrere a trattamenti di medicina e di chirurgia estetica, per migliorare sgradevoli e fastidiosi inestetismi? «Funzionalità e bellezza dei piedi devono procedere, per quanto possibile, su binari paralleli – conclude il podologo -. Ma sempre guidati dal buon senso. I più comuni sono l’alluce valgo, le dita a martello e la pianta larga o troppo grande. In un organo complesso come il piede, infatti, qualunque correzione può influire sull’intera struttura. Di conseguenza, l’opportunità di un eventuale intervento (con benefici e controindicazioni) va attentamente valutata dal podoiatra insieme al paziente, anche rispetto al dolore e ai disagi avvertiti dal paziente».
L’alluce valgo? Predilige le donne
Alcuni pensano che sia provocato dalle scarpe troppo strette o dai tacchi alti. In realtà, l’alluce valgo – tra i disturbi più frequenti che colpiscono i piedi delle donne specialmente – molto spesso si eredita dai genitori, pur manifestandosi spesso in età matura. È una prominenza più o meno marcata dovuta alla deviazione della prima articolazione dell’alluce verso l’esterno e di quella del dito all’interno. Da qui l’aumento della massa ossea laterale che, per difendersi, si copre di una ‘borsa’ che, infiammandosi, può diventare molto dolorosa. Esteticamente sgradevole, l’alluce valgo determina una distribuzione poco equilibrata del peso del corpo sulla parte anteriore del piede. Preannunciato da sintomi abbastanza caratteristici – arrossamenti, dolori sotto la pianta, insofferenza verso le scarpe e bruciori localizzati – può essere diagnosticato con una semplice visita dal podiatra, completata da un esame radiologico. Per evitare che peggiori, il più delle volte basta adottare scarpe adeguate e plantari personalizzati. E l’intervento chirurgico? Necessario solo quando la deformazione crea un dissesto in tutto il piede ed anche una semplice passeggiata risulta dolorosa.
Irrinunciabili tacchi a spillo
«Una donna, per la salute, può rinunciare a molte cose, smettere di fumare, per esempio. Ma non potrà mai rinunciare a… faticosi e splendidi tacchi alti!». Parola di Natasha Stefanenko. Un’affermazione quanto mai veritiera. Negli Stati Uniti, le vendite dei tacchi oltre i 7 cm, sono aumentate, infatti, dell’20% e quelle dai 4 ai 7 del 12% (dati 2016). In compenso le scarpe piatte calano del 5,1%. Le donne sembrano, dunque, completamente sorde ai continui segnali d’allarme lanciati dagli esperti, secondo i quali l’arco del piede non potrebbe sopportare un tacco oltre gli 11 centimetri. Il rischio è di cadere in avanti! Nemmeno le zeppe – tornate alla ribalta e apparentemente più stabili e meno insidiose – permettono di dormire sonni tranquilli. Secondo i podiatri americani, possono deformare il piede, creare infiammazioni, provocando – specie quelle arcuate – un’andatura innaturale e un equilibrio instabile. Ma, ammesso che qualcuno venga a più miti consigli, quali dovrebbero essere le caratteristiche delle scarpe ideali, capaci di conciliare un look di tendenza con il benessere dei piedi?
Eccole in breve:
* I materiali: pelle e fibre naturali per la tomaia, cuoio per la suola.
* Le solette: confortevoli o in rame, se si vuole eliminare le cariche elettrostatiche.
* I tacchi: non troppo sottili e alti 3-4 centimetri.
* La forma: non c’è dubbio, la più comoda è sicuramente quella con la punta tonda, adatta a ogni tipo di piede.
* Pericolo calli: tendono a formarsi con tacchi alti, scarpe a pianta stretta (fra il 4° e il 5° dito), mentre quelle a punta provocano “l’occhio di pernice”, un tipo di callo particolare dalla forma tonda, bianco e con un punto nero al centro.
da freelance | Ott 8, 2013 | News
IL CAMMINO DI SANTIAGO DAL PUNTO DI VISTA DEL PODOLOGO PODOIATRA
I MIEI CONSIGLI, LA MIA ESPERIENZA PERSONALE,
COME PREPARARSI, COSA SI PUO’ FARE E COSA NO
E’ da molti anni che il nostro studio di Podologia e Podoiatria, prepara molti pazienti, provenienti da tutta Europa ad affrontare a piedi l’intero percorso del famoso Cammino di Santiago ( ci riferiamo alla rotta più conosciuta per chi giunge da fuori la Penisola Iberica, chiamata anche Cammino Francese e lunga circa 800 km), dai Pirenei fino alla Galizia per il quale occorre mediamente un mese di cammino.
Non essendo un’impresa sportiva, ma una esperienza umana in primis, per godere e arricchirsi di tale esperienza così unica, occorre trovare il proprio ritmo biologico e seguire quello (così frequentemente violentato nella quotidianità), ma prima di pensare a tutto questo, bisogna anche curare la preparazione fisica per il viaggio, partendo proprio dai propri piedi, che se non riusciranno a sopportare il peso di circa 30 km di cammino al giorno su terreni accidentati, tra salite e discese, potrebbe svanire la possibilità di realizzare fino alla fine il proprio sogno ed essere costretti ad interrompere il ” Cammino “.
Cosa bisogna fare, quindi, onde evitare spiacevoli problemi ai piedi, ai muscoli, ai tendini, durate il percorso ? Cosa può fare il Podologo Podoiatra ?Che scarpe portare ? E’ utile un plantare su misura ?
A tutte queste domande, cercherò di dare una risposta esaustiva, basata anche sulla mia esperienza personale, avendo da poco tempo percorso questo bellissimo itinerario.
VISITA PRELIMINARE E PLANTARI SU MISURA ?
La prima cosa da fare, nel caso si volesse intraprendere il percorso verso Santiago de Compostela è rivolgersi al Podologo Podoiatra, in modo da poter effettuare una visita preventiva completa, podologica, posturale e biomeccanica, al fine di capire prima se si ha la necessita di dover partire muniti di plantari effettuati su misura ed ottenuti dal calco corretto del vostro piede, o se si devono recepire diversi accorgimenti legati alla condizione della propria pelle o del proprio sistema muscolo scheletrico…
LA SCELTA DELLE SCARPE E DEI CALZINI E’ IMPORTANTE ?

E’ fondamentale anche capire come partire con le scarpe giuste per i propri piedi: il Podoiatra , dopo aver compreso come siate fatti e come funzionate da un punto di vista deambulativo, vi suggerirà le scarpe più adatte alle vostre esigenze ed anche il tipo di scarpe, se da trekking alte o basse, se da ginnastica e di che tipo, se sandali aperti da outdoor. Generalmente sui siti internet consigliano scarpe da trekking traspiranti possibilmente non nuovissime, con suola morbida e leggera ( toglietele ad ogni sosta, il piede respira ) ed anche un paio di sandali per far respirare i piedi nei tratti su strada asfaltata, ma esistono molte diversità tra i vari tipi in commercio e tutto deve essere relazionato alla forma e al funzionamento dei vostri propri piedi e non a quelli di qualcun altro… I calzini da trekking sono una componente importante per evitare la comparsa delle vesciche, sicuramente più costosi, ma molto utili. Una crema anti-vesciche è anche essa consigliata ed utilizzata insieme a tutti gli accorgimenti di cui sopra, farà in modo di evitarvi delle brutte e fastidiose vesciche, che in molti casi, portano anche a dover abbandonare il percorso.
COME COMPORTARSI SE LE VESCICHE COMPAIONO DURANTE IL CAMMINO ?
Sconsiglio vivamente i cerotti per vesciche, camminando dopo un po’ si staccano e quindi non si ottiene il risultato sperato… anche se alcuni li raccomandano almeno nelle prime fasi.
Mentre la cosa importante da fare è forare subito la vescica e far fuoriuscire il liquido interno, quindi disinfettarla bene con del Betadine o qualsiasi disinfettante e coprirla, lasciandola traspirare con della garza sterile.
Io personalmente, durante il mio cammino, ho visto un caso di vescica trascurata, che si è infettata, alla quale è stata tolta la parte superficiale, ma che ha causato un cambiamento di postura del piede, che nei giorni successivi, si è evoluta una grave tendinopatia achillea con edema e quindi l’impossibilità anche solo ad appoggiare il piede !
Tutto causato… da una semplice vescica …